NEW YORK. 24 MAG. Guai in arrivo per Facebook che, insieme alle banche che hanno organizzato il collocamento delle azioni, finisce nel mirino degli investitori.
Chi ha comprato le azioni di Facebook collocate qualche giorno fa a Wall Street si è davvero arrabbiato in seguito al repentino crollo in Borsa delle prime tre sedute (15%) e per le indiscrezioni sulla diffusione di informazioni sul social network solo a una ristretta cerchia di investitori da parte della banche.
Gli azionisti vanno presentano una serie di azioni legali, senza risparmiare nessuno, compreso l’amministratore Mark Zuckerberg.
Anche il Congresso degli States se ne sta occupando, con la commissione bancaria del Senato che esamina informalmente la vicenda e la commissione finanziaria della Camera che raccoglie informazioni.
Le accuse mosse a Facebook e alle banche, soprattutto Morgan Stanley, sono ad ampio raggio. Lo studio legale Lieff Cabraser Heimann & Bernstein ha avviato un’azione legale mettendo nel mirino il prospetto informativo diffuso, stilato con “negligenza” e nel quale non figuravano “dati chiave sulle attività e le prospettive”.
Lo studio Glancy Binkow & Goldberg accusa alcuni manager di Facebook e le banche Morgan Stanley, Goldman Sachs e JPMorgan per aver comunicato solo a una piccola cerchia di clienti e non al pubblico la revisione al ribasso delle stime da parte delle stese banche.
Mentre Facebook si difende dalla accuse, definendole “Sono accuse senza merito e ci difenderemo in modo forte”.
Nel frattempo Zuckerberg è sparito da venerdì scorso e i dipendenti del social network lo attendono venerdì prossimo, nel consueta riunione settimanale.
Secondo una nota del Wall Street Journal, Morgan Stanley e le banche che hanno curato il collocamento di Facebook hanno realizzato un profitto di 100 milioni di dollari, intervenendo per stabilizzare il prezzo del social network.
