Introdotta sperimentalmente nel 2006, stabilizzata nel dicembre 2014 e poi aggiornata e confermata nel 2016, il 5 per mille è una misura fiscale che si affianca all’8 per mille, destinato allo Stato o alle confessioni religiose con cui lo Stato ha concluso un’intesa e al 2 per mille ai partiti politici. Si tratta di un meccanismo che consente ai contribuenti (persone fisiche) di destinare una parte delle proprie imposte sul reddito (IRPEF) a sostegno di Enti e Organizzazioni che svolgono attività di utilità sociale. Scopri di più sulla destinazione del 5 per mille e su come fare per attivarla in questa breve guida.
Che cos’è il 5 per mille
Come abbiamo anticipato sopra, il 5 per mille è una sorta di donazione che ogni contribuente può decidere liberamente e autonomamente di fare. Rispetto però alle donazioni tradizionali, non comporta alcuna spesa aggiuntiva, in quanto questa quota specifica dell’IRPEF va comunque e sempre versata per Legge ogni anno. Semplicemente, invece di indirizzarla alle Casse dello Stato, può essere destinata a cause benefiche, senza che questo aumenti l’importo delle tasse da pagare. Qualora si decidesse di non attivarla, le somme finiscono in ogni caso allo Stato.
Qual è la destinazione del 5 per mille
Ogni anno l’Agenzia delle Entrate pubblica online un elenco aggiornato di tutti i beneficiari che possono ricevere il 5 per mille. Si tratta principalmente di Enti del Terzo Settore (ETS), Organizzazioni no profit e ONLUS, comprese le cooperative sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma di società. Fanno parte dei beneficiari del 5 per mille anche gli Enti di ricerca scientifica, sanitaria e università, le Associazioni sportive dilettantistiche (Asd) riconosciute dal CONI e operanti in ambito sociale e le attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, così come gli Enti gestori delle aree protette. Infine, la destinazione del 5 per mille può riguardare anche i Comuni di residenza, a patto che questi ultimi utilizzino i fondi per attività sociali sul territorio. Tutti i beneficiari del 5 per mille hanno l’obbligo di rendicontare l’utilizzo dei fondi ricevuti, pubblicando un report trasparente sul proprio sito.
Come destinare il 5 per mille
La procedura di destinazione del 5 per mille è estremamente semplice e va fatta durante la Dichiarazione dei Redditi. Consiste nel compilare il modulo 730, il CU oppure il Modello Unico, andando a firmare nel riquadro apposito e inserendo il codice fiscale dell’Ente che si sceglie come beneficiario. Anche chi non compila la Dichiarazione dei Redditi può destinare il proprio 5 per mille. Per farlo, è necessario usare la specifica scheda allegata allo schema di Certificazione Unica (CU) o al Modello 730 o al Modello Redditi Persone Fisiche. Importante sapere che si può scegliere un solo Ente per anno fiscale. Inoltre, se si appone la propria firma senza indicare un codice fiscale, la quota del proprio 5 per mille viene destinata al comparto prescelto in modo proporzionale. A partire dal numero di preferenze ricevute dalle associazioni legate alla medesima categoria. Come abbiamo spiegato prima, se invece non si compila la sezione relativa al 5 per mille, la quota resta nelle casse dello Stato e non viene devoluta ad alcun ente.
Perché destinare il 5 per mille
Per i contribuenti, il 5 per mille rappresenta un’opportunità per supportare cause sociali senza alcun costo e per far valere i propri diritti di cittadino. Per gli Enti che ricevono questo contributo, il 5 per mille diventa invece una risorsa economica fondamentale per finanziare progetti e iniziative benefiche nel medio e lungo periodo.