Il fermo del reparto acciaieria della Cogne Acciai Speciali, avviene per il caro energia
Il reparto acciaieria della Cogne Acciai Speciali si ferma per altri due giorni in seguito al caro energia. Lo stop, sarebbe stato deciso nell’ “ottica del contenimento dei costi”.
Nello spegnimento sono coinvolti 91 lavoratori in parte in formazione e in parte in cassa integrazione.
Fonti aziendali fanno sapere che in merito a futuri spegnimenti la situazione verrà valutata “di mese in mese”.
Il forno elettrico era già stato spento dal 26 agosto al 4 settembre scorsi, coinvolgendo fino a 188 lavoratori, anche di altri reparti collegati all’acciaieria.
Immediata la reazione dei sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil che annunciano uno sciopero degli straordinari.
“Se l’atteggiamento è quello del ‘decidiamo noi e voi obbedite’, allora a questo punto come organizzazioni sindacali proclamiamo a partire dall’ 1 ottobre lo sciopero degli straordinari fino a fine ottobre per tutto lo stabilimento”. Spiegano le rsu della Cogne acciai speciali.
“La Cogne Acciai Speciali – si legge in una nota dei sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil – ha adottato negli ultimi tempi una tecnica particolare.
Quella di comunicare ai giornali le decisioni (come la chiusura del forno ieri e oggi per il caro energia) e di non comunicare nulla ai sindacati FIM FIOM UILM.
Un atteggiamento padronale da anni settanta che nulla ha a che vedere con i costruttivi e schietti rapporti sindacali, di cui si riempiono la bocca alcuni componenti dei vertici aziendali.
La Cas ha comunicato alle RSU (rappresentanti sindacali unitarie) i giorni di stop dell’acciaieria e conseguentemente la cassa integrazione.
Tutto questo senza dare motivazioni alle Rsu. Scopriamo poi dagli organi di informazione che il motivo è legato al caro energia.
Quindi se l’atteggiamento è quello del “decidiamo noi e voi obbedite”, allora a questo punto come Fim, Fiom, Uilm proclamiamo a partire dal 1° ottobre lo sciopero degli straordinari fino a fine ottobre per tutto lo stabilimento.
Non ci piace il muro contro muro, ma è già da tempo che vediamo in alcuni vertici aziendali un modus operandi poco incline alla collaborazione e al confronto costruttivo con noi rappresentanti dei lavoratori.
Basta con questo continuo cercare di mettere all’angolo i sindacati. Siamo i rappresentanti dei lavoratori e difendiamo con tutti gli strumenti che abbiamo il diritto del lavoratore di sapere che cosa succede nello stabilimento. Non esiste che decidano dall’alto e i lavoratori debbano sottostare alle loro decisioni senza batter ciglio.”